Cannabidivarina: cos’è il CBDV e quali sono i suoi effetti?

Cannabidivarina: cos’è il CBDV e quali sono i suoi effetti?

Pubblicato il: 30/09/2023

CBDV: CHE COS’È E COSA SOSTENGONO ALCUNI STUDI SULLA SUA EVENTUALE EFFICACIA

Se hai deciso di aprire questo articolo significa che anche tu fai parte di quel gruppo di curiosi che vorrebbe saperne di più sulla cannabidivarina.

Quello che in pochi sanno però è che il CBDV gode di molti potenziali benefici.

Ti stai domandando quali?

In questo articolo ti forniamo una panoramica generale sul funzionamento di questo cannabinoide e sui risultati incoraggianti di alcuni studi.

Cos’è il CBDV e come si distingue dal CBD

La cannabidivarina, nota anche come CBDV, è un cannabinoide non psicoattivo presente nella cannabis terapeutica, ed è uno degli oltre 100 cannabinoidi identificati dalla pianta in grado di modularne l’attività fisiologica.

In particolare, sia il cannabidiolo che il CBDV hanno dimostrato un’attività anticonvulsivante in modelli animali e umani e stanno dando risultati abbastanza promettenti.

Ma vediamo di andare più nel dettaglio.

Cosa è la CBDV?

Mentre è stato dimostrato che i componenti primari della cannabis – CBD e THC – modulano molti dei loro effetti fisiologici attraverso il legame con particolari recettori (chiamati CB1R e CB2R), il CBDV utilizza per lo più meccanismi che non li coinvolgono affatto.

Quindi, cosa modula questo cannabinoide rendendolo un potenziale alleato contro le crisi epilettiche?

Si ritiene che l’attività antiepilettica del CBD e del CBDV sia modulata dai loro effetti sul TRPV1, noto anche come recettore della capsaicina.

Aspetta, la ‘capsa’ cosa?

La capsaicina è un membro di una grande famiglia di canali ionici coinvolti nell’insorgenza e nella progressione di diversi tipi di epilessia.

Quindi, ciò significa che la desensibilizzazione di questo canale ionico potrebbe contribuire a ridurre l’ipereccitabilità neuronale che contribuisce all’attività epilettica.

Il che farebbe ben sperare.

Tuttavia, gli studi sono ancora in una fase embrionale e necessitano di ulteriori approfondimenti.

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Ecco i potenziali effetti medici del CBDV

In linea di massima, il Cannabidiolo e il CBDV hanno strutture chimiche simili, con l’eccezione della catena propilica presente nel CBDV, ma entrambi hanno mostrato una promettente attività anticonvulsivante durante gli studi.

Abbiamo anche detto che il CBDV agisce sul recettore della capsaicina TRPV1 e, nello specifico, che attiva i canali ionici TRPA1 e TRPV2, i quali causano una riduzione dell’attività epilettica.

Ma non è tutto.

Il CBDV infatti è in grado di fornire quasi gli stessi benefici del CBD, come ad esempio:

  • senso di rilassamento;
  • recupero muscolare;
  • alleviamento del dolore cronico;
  • riduzione di stress e ansia;
  • miglioramento della qualità del sonno.

Tuttavia, il CBDV sembrerebbe essere più indicato per trattare emicranie, convulsioni, dolore neuropatico e altre condizioni simili.

Adesso diamo un’occhiata più da vicino ad alcuni degli studi che sono stati condotti in merito agli effetti benefici del CBDV.

Studi promettenti sul CBDV

Negli ultimi anni il CBDV ha guadagnato molta attenzione, per cui sono stati condotti diversi studi da parte di ricercatori per scoprire il potenziale medico di questo cannabinoidi, ponendo particolare attenzione sulla sindrome di Rett e sull’autismo.

Ma vediamo di analizzare caso per caso.

#1 CBDV per l’attività anticonvulsivante

Il British Journal ha studiato il CBDV come anticonvulsivante su ratti e topi.

Pare che questo cannabinoide non abbia un impatto sulle normali funzioni motorie il che, per il momento, è molto significativo.

#2 Impatto del CBDV sul disturbo dello spettro autistico

Poiché l’autismo è un disturbo che non ha una cura, i trattamenti hanno lo scopo di alleviare i sintomi e favorire una migliore qualità di vita.

Detto questo, si è scoperto che il CBDV sarebbe efficace anche nella riduzione dell’ansia acuta, interagendo con i neurotrasmettitori del cervello e con il glutammato.

#3 Effetti del CBDV sulla distrofia muscolare di Duchenne

La DMD è una patologia che provoca danni allo scheletro e ai muscoli e infiammazioni, quindi i ricercatori volevano scoprire se il CBDV avesse un effetto per il trattamento.

Pertanto, da uno studio condotto sui topi e pubblicato nel British Journal of Pharmacology, i ricercatori hanno scoperto che questo cannabinoide non solo riduce l’infiammazione ma migliora anche la funzione muscolare, una scoperta significativa.

Anche il Consiglio Nazionale delle Ricerche in Italia ha pubblicato uno studio sugli effetti del CBDV e del CBD per la distrofia muscolare di Duchenne.

Lo studio ha scoperto che entrambi i cannabinoidi possono ripristinare la funzione delle cellule staminali muscolari compromesse, ma solo a dosi più elevate. Alla luce di tutti questi punti, si può affermare che il CBDV, così come il CBD, può essere efficace per diversi tipi di distrofia muscolare.

Effetti della CBDV

#4 Effetti del CBDV sulla sindrome di Rett

La sindrome di Rett è una condizione genetica che non ha cura, quindi l’unico trattamento possibile è la riduzione dei sintomi e il miglioramento della qualità della vita per quanto possibile.

A tale scopo, uno studio pubblicato sul Journal of Psychopharmacology ha scoperto che questo composto è in grado di ripristinare la memoria nei topi che presentano gli stessi difetti genetici degli esseri umani affetti dalla sindrome di Rett.

Inoltre, uno studio pubblicato su Acta Physiologia ha dimostrato che il CBDV può ridurre l’infiammazione gastrointestinale, spesso causa di altre malattie.

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L’articolo “Unravelling a novel role for Cannabidivarin in the modulation of subventricular zone postnatal neurogenesis”

Il 17 Maggio del 2023 è stato pubblicato un interessante articolo proprio sulla Cannabidivarina ed il suo valore terapeutico.

Il presente studio ha dimostrato che la neurogenesi postnatale, ossia la formazione di nuove cellule neuronali nel cervello dopo la nascita, dipende dal sistema endocannabinoide. In particolare, l’indagine si è svolta sul ruolo della cannabidivarina  sulla neurogenesi nella zona subventricolare.

Attraverso l’utilizzo del test della neurosfera, è stato analizzato, l’impatto delle cellule staminali/progenitrici neurali (NSPC) derivate dalla SVZ sulla vitalità, proliferazione e differenziazione cellulare.

I risultati hanno mostrato che il CBDV promuove la sopravvivenza delle cellule, aumentando la loro proliferazione e stimolando la differenziazione neuronale. Inoltre, il CBDV ha esercitato un effetto inibitorio, impedendo la loro differenziazione e maturazione. Questa osservazione suggerisce un ruolo contrastante del CBDV sulla neurogenesi rispetto alla formazione di oligodendrociti.

Altri risultati hanno mostrato che le cellule sensibili al CBDV hanno manifestato un aumento dei livelli di calcio intracellulare, con una fase iniziale dell’aumento dipendente dall’attivazione di TRPV1. In sintesi, questo studio ha rivelato un nuovo potenziale neurogenico del CBDV attraverso la modulazione del recettore TRPV1.

Queste scoperte offrono spunti per futuri studi riguardanti le cellule staminali neurali e potenziali strategie terapeutiche, ponendo il CBDV come un interessante bersaglio terapeutico, poiché è un cannabinoide non psicoattivo.

Conclusioni

In questo articolo abbiamo visto che cos’è la cannabidivarina e quali sono i suoi potenziali benefici.

Al momento, la maggior parte degli studi è stata condotta su animali, ma i risultati sembrano promettenti e farebbero ben sperare.

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