Pubblicato il: 26/06/2023
CANNABIS ALBINA: A METÀ TRA REALTÀ E FANTASIA
Tanti appassionati di cannabis (anche quelli della marijuana light) si chiedono se realmente esista una variante albina.
Se però avrai fatto un giro sul web, avrai notato che c’è un po ‘ di confusione sulla sua esistenza, non è così?
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Dunque, con il proposito di fare chiarezza, in questo articolo vedremo di capire se realmente esiste la cannabis albina e in che modo si distingue dalla comune cannabis legale.
Marijuana albina che cresce nelle fogne di New York: verità o leggenda metropolitana?
La sola domanda sembra una trappola, non è vero?
È la tipica storia raccontata a qualcuno dall’amico di un lontano cugino in una remota cittadina di un non meglio precisato stato del Nord America. È una di quelle storie la cui origine sarebbe molto difficile da scoprire perché bisognerebbe tirare il filo per centinaia di migliaia di chilometri e per niente.
Ma se vuoi conoscere questa leggenda, ti accontento subito.
Pare che esista una varietà di marijuana molto particolare, chiamata New York White, che cresce sotto la pelle della Grande Mela.
Un po’ bizzarro, non trovi? Questa è la parte del mito.
Ovviamente, nessuna pianta di marijuana può essere coltivata al riparo dalla luce del sole, sottoterra, in una fogna, senza luce…
Dimentichiamo quindi questo tipo di leggende metropolitane che cadono sotto il loro stesso peso: la pianta di marijuana ha bisogno di una fonte di luce per il suo sviluppo, sia essa naturale o artificiale. Nessuna coltivazione sotterranea.
Ma quindi la marijuana bianca esiste?
Sì.
Scopriamo perché.
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Dunque, come spiegare la cannabis albina? La risposta è più semplice di quanto credi
Quando le immagini di cime di marijuana bianco latte hanno iniziato a circolare su Internet, la prima reazione è stata quella di pensare a una bufala.
E non c’è da stupirsi.
Se prendiamo come riferimento storie assurde come quelle della marijuana di fogna, i coltivatori stanno diventando sempre più scettici nei confronti di ciò che viene detto.
Fotografie ritoccate, effetti ottici, ricerca di attenzione… Certo, ci sono sempre motivi per cui questo tipo di notizie può essere un po’ sospetto, ma quando sono gli esperti di botanica a dare la loro opinione in merito, resta poco da confutare.
Gli esperti hanno confermato che, sì, questo tipo di fenomeni si verificano, ma che non sono strettamente legati alla privazione della luce e che esistono altre ragioni.
Vediamo dunque di capire perché.
Differenza tra piante di marijuana albine e piante decolorate
Come immaginerai, una pianta di cannabis albina o bianca non è la stessa cosa di una pianta decolorata.
Qual è la differenza?
Beh, è molto semplice. Una pianta di marijuana scolorita, come suggerisce il nome, è una pianta che ha perso il suo colore perché è stata troppo vicina alla lampadina o esposta a una luce troppo intensa.
In questi casi, il coltivatore di cannabis è responsabile del pallore della pianta, che ha fatto perdere i fotopigmenti clorofilliani e, peggio ancora, la sua qualità.
Come pianta decorativa ha un effetto cromatico molto suggestivo, ma quando si tratta di fumare per uso personale (nei Paesi in cui è concesso) avrà perso molto del suo valore.
Quindi, cosa la distingue da una pianta albina?
Il segreto di una pianta albina non sta nella mancanza di abilità del coltivatore, ma è nascosto nella genetica della pianta.
Mi spiego meglio.
Lungi dall’essere piante sbiancate dalla troppa luce, si tratta di uno sconcertante fenomeno naturale chiamato variegatura. La variegatura è un’anomalia genetica rara ma assolutamente reale. Quindi no, non si tratta di un trucco ottico o di un inganno per far credere ciò che non è, né di una favola su una misteriosa varietà di cannabis che cresce nelle fogne di New York.
Esistono geni che controllano la produzione di clorofilla nella cannabis e, come forse già saprai, sono questi pigmenti che sono responsabili, tra l’altro, della colorazione verde delle piante.
La variegatura è una mutazione che scompensa la presenza di clorofilla nella pianta, dando origine a quei tratti marcatamente albini che possono manifestarsi fondamentalmente in due modi:
- in un’unica area della pianta (ad esempio, solo nelle gemme);
- in diverse aree della pianta intervallate da aree pigmentate (come se i motivi verdi e albini fossero intrecciati).
Esiste un caso estremo in cui l’origine del colore bianco della pianta sarebbe nel cosiddetto doppio gene albino.
Ma stando così le cose, l’intera pianta di marijuana sarebbe bianca e non avrebbe la possibilità di fare la fotosintesi (e ricordiamo che è la clorofilla ciò che le permette di sintetizzare la luce) e morirebbe in brevissimo tempo.
Quindi, per concludere, sarebbe molto difficile trovare una pianta con queste caratteristiche e che, soprattutto, sia riuscita a svilupparsi.
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Conclusioni
In questo articolo abbiamo visto la vera storia sulla cannabis albina.
Lasciando per un momento da parte la leggenda legata alle fogne di New York, abbiamo visto come distinguere la cannabis decolorata da quella albina.
Mentre la prima è dovuta a un’eccessiva esposizione alla luce che ne danneggia la qualità del prodotto finale, la seconda risulta bianca per una questione genetica.
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