Modificato il: 22/04/2024
CBD E DONAZIONE SANGUE? ECCO COSA SUCCEDE SE ASSUMI CANNABIS LIGHT E VUOI DONARE IL SANGUE.
Le donazioni del sangue sono fondamentali per le persone che, a causa di particolari patologie o per emergenza, hanno estremo bisogno di trasfusioni. Tu lo sai bene ed è per questo che vorresti andare a donare il sangue presso un centro Avis, ma l’assunzione di cannabis light ti frena dal farlo.
Infatti per quanto riguarda l’utilizzo di marijuana ad alto contenuto di THC il decreto legge sulle donazioni di sangue parla chiaro: è necessario sospendere temporaneamente tali donazioni in modo che le concentrazioni di tetraidrocannabinolo nel sangue si smaltiscano completamente.
Dunque se ti sei chiesto “Si può donare il sangue dopo aver fumato una canna?”, la risposta è no: devi aspettare almeno due settimane e un medico, dopo le analisi pre-donazione, ti dirà se sia il caso che tu possa donare oppure no.
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Assunzione di marijuana e donazioni del sangue.
Il protocollo che regola le donazioni del sangue in Italia prevede la loro sospensione temporanea in particolari situazioni. Tali eventualità sono davvero numerose; tra queste troviamo, per esempio, l’influenza, la gravidanza, l’utilizzo di particolari farmaci e l’esposizione occasionale ai cannabinoidi.
Nello specifico, l’utilizzo di cannabinoidi comporta una sospensione temporanea delle donazioni di sangue per un periodo di tempo di almeno 14 giorni (anche se è un medico a dare il suo parere ultimo riguardo la possibilità di donare). Naturalmente, chi assume sostanze stupefacenti “pesanti” è completamente escluso dalle donazioni.
Come probabilmente saprai, i principi attivi della marijuana sono centinaia, ma quelli che interagiscono principalmente con il nostro sistema endocannabinoide sono due: il THC (tetraidrocannabinolo) e il CBD (cannabidiolo).
Il THC è un cannabinoide psicotropo, dunque altera la nostra percezione della realtà e i nostri sensi. Il CBD, invece, non ha effetti psicotropi ma agisce prevalentemente sul corpo con effetti antinfiammatori, antidolorifici, anticonvulsivanti e molti altri ancora.
Ci teniamo a specificare che le quantità di THC presenti nella marijuana light sono irrisorie, in quanto non arrivano all’1%, mentre le percentuali di CBD sono di solito elevate.
Specifichiamo inoltre che il decreto legge sulle donazioni di sangue considera le droghe leggere (ovvero la marijuana) ad alto contenuto di THC, ma per il momento non parla di canapa light. Comunque sia, droghe leggere e donazione del sangue sono incompatibili.
Leggi anche: Dove si compra la marijuana legale? Ecco chi può venderla online e fisicamente
Perché chi assume marijuana non può (temporaneamente) donare sangue?
Il motivo è semplice: i cannabinoidi sono delle sostanze capaci di influenzare il metabolismo e il flusso sanguigno, e con le trasfusioni possono entrare a contatto con il sangue del ricevente. Non è il caso che una persona che si sottopone a trasfusioni – e che può presentare le più svariate problematiche – riceva del sangue contaminato da cannabinoidi.
Nonostante il CBD non sia una sostanza psicotropa, aumenta il flusso sanguigno e influenza il metabolismo similmente al THC. Di conseguenza anche chi utilizza cannabis light dovrebbe evitare di donare il sangue per almeno due settimane dalla sua assunzione.
Per quanto riguarda l’assunzione di cannabis terapeutica, il discorso è leggermente diverso. Infatti in Italia non è possibile utilizzare la marijuana legale medica sotto forma di infiorescenze: queste vengono spedite già triturate alle farmacie, le quali provvedono a realizzare farmaci galenici con ben precise concentrazioni di THC e CBD.
Le concentrazioni di cannabinoidi nei farmaci a base di marijuana sono, solitamente, basse. Ma c’è un problema: sono le patologie per cui si assumono tali medicinali che potrebbero determinare l’impossibilità di donare il sangue. È il medico selezionatore dell’Avis a decidere se la persona che assume canapa sativa a scopo medicale possa procedere con le donazioni.
Come i cannabinoidi THC e CBD intervengono sul nostro metabolismo e sulla circolazione sanguigna.
È noto a livello scientifico come THC e il CBD interagiscano notevolmente con i recettori di tipo CB1 e CB2 del Sistema Endocannabinoide del nostro organismo. I recettori CB1 sono coinvolti nel metabolismo e sono presenti a livello del sistema nervoso centrale, mentre i CB2 sono correlati nel metabolismo osseo e nel sistema immunitario.
Come puoi immaginare, questi recettori sono coinvolti in una serie di processi, tra cui la regolazione del dolore percepito, le funzioni del fegato, il funzionamento del sistema cardiovascolare e la regolazione del metabolismo.
Se il THC e il CBD interagiscono con CB1 e CB2, ne consegue il fatto che possano migliorare nettamente il nostro metabolismo e permetterci di gestire al meglio il risparmio energetico. Sono quindi ottimi nella prevenzione delle problematiche metaboliche e dell’obesità.
Inoltre l’attivazione del CB2 può abbassare il rischio di arteriosclerosi in quanto riduce l’accumulo di placca nelle arterie. Allo stesso tempo, però, l’attivazione del CB1 potrebbe aumentare questo rischio.
Sia la modifica del metabolismo che il rischio cardiovascolare non sono di certo delle situazioni opportune per delle persone che si sottopongono a trasfusione, che si tratti di trasfusioni regolari oppure di emergenza.
Quindi, se assumi cannabis legale o marijuana ad alto contenuto di THC, devi evitare di donare il sangue per almeno 14 giorni dopo l’assunzione. Il medico esaminatore, inoltre, potrà proibirti di fare donazioni di sangue qualora il tuo utilizzo di cannabis sia assiduo.
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