Allergia alla cannabis: sintomi, rimedi e prevenzione di questo disturbo

Allergia alla cannabis: sintomi, rimedi e prevenzione

Pubblicato il: 11/06/2023

TUTTO CIÒ CHE DEVI SAPERE SULL’ALLERGIA ALLA MARIJUANA E SU COME GESTIRLA

Se vivi in Svizzera, è molto probabile che tu non abbia mai avuto modo di considerare un’eventuale allergia alla cannabis.

Lo stesso non si può dire di tutti quei lavoratori impiegati negli impianti di coltivazione della marijuana che in molti stati del mondo sono ormai considerati legali.

Per alcuni sfortunati, l’esposizione prolungata ai pollini o al contatto con questa pianta ha creato non pochi problemi. Nello specifico, in più di un caso si è arrivati a diagnosticare una vera e propria allergia alla cannabis.

Ma da cosa dipende? E quali sono i sintomi con i quali si manifesta?

In questo articolo ti parlo dell’allergia alla marijuana, dei sintomi più comuni e delle terapie a disposizione per limitare le conseguenze.

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Quali possono essere le cause?

Quali possono essere le cause?

Come per moltissime allergie, una delle cause principali è costituita dal polline dei fiori di marijuana. L’eccessiva esposizione, infatti, può causare i classici sintomi dell’allergia al polline, come rinite, arrossamento degli occhi e difficoltà respiratorie.

Spesso, però, la reazione allergica alla cannabis può essere la conseguenza di reazioni incrociate con altri fattori non direttamente collegati alla pianta.

In particolare, può succedere – ed è già successo – che le infiorescenze di canapa non conservate nel modo giusto durante l’essiccazione, siano esposte alla comparsa di muffa e altri agenti patogeni. In questo caso, i soggetti allergici alle muffe presentano evidenti reazioni allergiche erroneamente associate al consumo di cannabis.

Inoltre, anche l’esposizione o l’inalazione del fumo prodotto dalla marijuana può portare alla comparsa di sintomi da reazione allergica.

Ma come saprai, la cannabis – nei paesi in cui è consentito dalla legge – non viene consumata solo sotto forma di spinello, anche se ora in Svizzera sono legali i pre rolled CBD. Infatti, è possibile ingerirla e, meno raramente, sperimentare una sintomatologia associabile a quella delle intolleranze alimentari.

Come rendersi conto di avere in corso un’allergia alla cannabis?

Come anticipato, i sintomi dell’allergia alla marijuana non si discostano dai classici sintomi da reazione allergica generici.

Nello specifico, parliamo di rinite, asma bronchiale, congiuntivite e, in casi meno frequenti, si può addirittura scatenare l’orticaria.

Un ottimo modo per provare a ipotizzare un’allergia alla canapa è sicuramente di prestare attenzione alle tempistiche delle reazioni riscontrate. Per intenderci, se ogni volta che hai a che fare con la cannabis o l’erba CBD, indipendentemente dalle modalità, noti la comparsa di reazioni cutanee o respiratorie, con molta probabilità hai quest’allergia.
Di norma, infatti, i sintomi si manifestano più o meno dopo una trentina di minuti dall’assunzione della sostanza.

Tra i sintomi più diffusi troviamo:

  • prurito agli occhi e alla gola;
  • rinite;
  • prurito alla pelle, con eventuali gonfiori o arrossamenti;
  • starnuti frequenti e congestione nasale;
  • occhi arrossati e lacrimazione;
  • nausea o vomito;
  • tosse secca.

Questi sono i principali sintomi riscontrati in caso di allergia al polline o al fumo della cannabis. Ma è possibile, come dicevo sopra, sviluppare un’ipersensibilità alla pianta anche nel caso in cui questa venga ingerita.

Nello specifico, la comparsa di dolorosi e frequenti crampi addominali rappresenta un campanello d’allarme in questo senso.

Per la maggioranza dei casi, le reazioni sono passeggere e di lieve entità.

Non si può dire lo stesso, però, di altri sintomi, ben più preoccupanti, che indicano un’allergia molto grave e pericolosa. Se dopo aver avuto contatti con la cannabis ti trovi a sperimentare anche uno dei sintomi seguenti, mi raccomando di non sottovalutare la situazione.

In rarissimi casi, infatti, le reazioni riscontrate sono di entità maggiore. Tra queste segnaliamo:

  • dispnea;
  • palpitazioni;
  • orticaria;
  • vertigini;
  • riduzione della pressione arteriosa;
  • perdita di conoscenza e svenimenti.

Questi sintomi, come i precedenti del resto, non sono da prendere alla leggera. Trascurare una situazione sintomatologica da reazione allergica, infatti, può portare anche all’insorgenza di shock anafilattico.

C’è qualcosa che si può fare per limitare i danni? Nel caso, ad esempio, di persone che per ragioni lavorative sono impossibilitate a evitare il contatto con la cannabis esiste qualche rimedio per tenere l’allergia sotto controllo?

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Ma cosa si può fare per trattare l’allergia? Esiste una terapia? Lo studio

In fatto di ricerca e strategia terapeutica, il Dott. Williams Silvers, allergologo del Colorado, ha dato un apporto importante alla ricerca scientifica.

A causa della legalizzazione completa della cannabis in Colorado, appunto, piano piano hanno cominciato a verificarsi casi sempre più frequenti di apparenti allergie alla cannabis.

Nel suo editoriale del 2016, il Dott. Silvers ha esaminato tre casi particolari di pazienti con sintomi ricollegabili ad allergia alla marijuana.

Attraverso il suo studio, l’allergologo ci fornisce una visione globale e approfondita della sua esperienza pratica a seguito della legalizzazione.

Il paziente numero uno, un consumatore abituale di cannabis, ha cominciato a presentare una leggera congestione nasale che ben presto si è tramutata in tosse cronica. L’aggravamento del suo stato di salute ha coinciso con l’inizio di una nuova attività lavorativa: essere assunto come trimmer presso un impianto di coltivazione. La terapia con inalatore e spray nasale ha ridotto notevolmente i sintomi.

Analogamente, il paziente numero due ha cominciato a manifestare i sintomi dell’allergia dopo aver ottenuto un lavoro presso una struttura di coltivazione con dispensario annesso. In questo caso, è importante sottolineare che il paziente non aveva mai mostrato sintomatologie inerenti asma o allergie di alcun tipo.

Ma cosa si può fare per trattare l’allergia?

I fastidi iniziali si sono evoluti in breve tempo in una diagnosi di asma e febbre da fieno, con conseguenti infiammazione agli occhi e sospetta dermatite da contatto con la marijuana.

Nel caso specifico, la terapia consigliata ha visto la riduzione al minimo dell’esposizione alla cannabis e, con il supporto di farmaci antistaminici, il paziente è migliorato notevolmente.

Il terzo e ultimo caso, invece, consiste in un’esperienza diversa e ben più grave. Il paziente ha presentato sintomi da sospetta anafilassi a seguito dei quali è finito in pronto soccorso. In quella sede, ha dichiarato di aver consumato una cera di cannabis contenente livelli elevatissimi di THC (oltre il 60%). L’aspetto curioso, però, riguarda i test allergici eseguiti verso i derivati della cannabis e i suoi pollini: tutti negativi.

L’ipotesi è che la reazione allergica sia stata causata dal solvente utilizzato per estrarre il concentrato di THC. Non esistono, infatti, abbastanza studi scientifici per poter valutare la sicurezza o la non contaminazione di determinati prodotti, come il BHO ad esempio.

Le considerazioni finali del Dott. Silvers suggeriscono che, data la bassa frequenza dei casi dopo la legalizzazione della marijuana, la cannabis è un allergene di lieve entità e, inoltre, è necessaria un’esposizione significativa per suscitare reazioni allergiche di stampo respiratorio o dermatologico.

Tali considerazioni possono essere rassicuranti per gli appassionati della cannabis, soprattutto per quanto riguarda la disponibilità di una terapia efficace nel ridurre la sintomatologia. Sfortunatamente, però, per i fumatori pesantemente allergici l’unica soluzione è rappresentata dall’astensione al contatto con la pianta.

La situazione è leggermente più complicata per chi non può scegliere di non entrare in contatto con la marijuana, soprattutto per ragioni lavorative. In questi casi, le terapie farmacologiche disponibili sono svariate, ma non serviranno che ad alleviare l’entità dei sintomi.

In conclusione, cosa sappiamo dell’allergia alla cannabis?

Le informazioni su questa allergia non sono particolarmente numerose, probabilmente a causa del divieto imposto dalla legge che limita non poco l’accesso alla sostanza.

Le poche ricerche disponibili, infatti, arrivano per lo più dagli Stati Uniti dove, a seguito della legalizzazione della marijuana in diversi stati, si è potuto cominciare a esaminare le conseguenze del contatto prolungato soprattutto con i pollini.

Stando allo studio preso in esame in questo articolo, l’allergia alla cannabis esiste ed è possibile trattarla come un’allergia qualsiasi, riducendo i sintomi principalmente con l’aiuto di farmaci corticosteroidi e antistaminici.

Un ulteriore fattore da prendere in considerazione, riguarda l’eventualità che le cime di cannabis non siano state conservate correttamente durante la fase di concia e presentino, quindi, tracce di muffa e altri agenti patogeni.

In questo caso, sarà sufficiente affidarsi all’esperienza di professionisti del settore, primo fra tutti Justbob che ti garantisce infiorescenze di cannabis light perfettamente essiccate e conservate.

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