Piante cannabaceae: tutte le tipologie e i benefici

Benefici delle piante cannabaceae

Pubblicato il: 08/11/2023

ALLA SCOPERTA DELLE PIANTE CANNABACEAE: ECCO COSA C’È DA SAPERE

Le piante cannabaceae si caratterizzano per il dimorfismo sessuale, ossia che esistono varietà di piante femmina e maschio. Le prime si riconoscono per i loro filamenti bianchi, le seconde per delle protuberanze verdi.

Tuttavia, la pianta potrebbe diventare ermafrodita o semi-autofiorente (una varietà nata da un incrocio di canapa indica e canapa ruderale) a seconda delle condizioni esterne. In genere, distinguiamo tre tipi di piante cannabaceae:

Raggiunta la maturità, la femmina produce una grande quantità di fiori di resina contenenti delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) e cannabidiolo (CBD) al fine di intrappolare il polline prodotto dal maschio.

Dopo aver prodotto il polline, il ciclo vitale del maschio termina. Intanto, la femmina incanala tutte le sue energie per la produzione di semi i quali, una volta raggiunta la maturità, determinano la fine del ciclo vitale della femmina stessa.

In questo articolo verranno illustrate le tre principali tipologie di cannabis e successivamente alcuni benefici di questa pianta.

Piante cannabaceae: le tre tipologie

Tipologia Origini Altezza Impieghi
Cannabis sativa aree tropicali 4-5 metri industria tessile
Cannabis indica località montuose 1,5 metri scopo medico
Cannabis ruderalis Siberia 0,5 metri produzione ibridi contenenti CBD

Cannabis sativa

La cannabis sativa, volgarmente conosciuta come canapa, è una pianta che ha origini da aree tropicali come i Caraibi e le isole della Thailandia. Può raggiungere i 3-4 metri di altezza e può produrre fino a 1,5 kg di fiori secchi.

Questa specie ha il cosiddetto effetto cerebrale: rispetto alla cannabis indica, agisce meno sul corpo e più sulla mente; infatti, essa viene impiegata in ambito medico per curare stati d’ansia, panico e depressione. Il suo impiego medico è dovuto a un medio-basso contenuto di di THC che si aggira tra l’1-2%.

Infine, la canapa gode di grande fama nell’industria tessile, per la quale se ne estraggono le fibre.

La Cannabis Sativa

Cannabis indica

La cannabis indica, o canapa indiana, ha un maggiore livello di THC (fino al 25%). Caratteristica per il portamento arbustivo, può raggiungere il metro e mezzo di altezza ed è riconoscibile per la sua forma ad albero di Natale. Ha origini nelle località montuose o di alta collina come il Nepal e il nord dell’India.

Come detto in precedenza, ha un effetto rilassante su corpo e mente. Non è impiegata nell’industria tessile come la sativa, bensì per estrarre infiorescenze che contengono i principi attivi utilizzati a scopo medico.

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Cannabis ruderalis

La cannabis ruderalis è conosciuta anche come canapa ruderale, russa o americana. Come suggerito da una delle sue denominazioni, nasce nelle fredde zone della Siberia, raggiunge il mezzo metro di altezza e presenta poche o addirittura nessuna cima.

Non viene impiegata per la produzione di marijuana a causa del suo basso contenuto di THC, bensì per la produzione di ibridi che contengono alti livelli di CBD.

I benefici delle piante cannabaceae

Le piante cannabaceae (che oggi sono diffuse anche sotto forma di canapa legale, ossia quasi priva di THC) godono di una cospicua presenza di tricomi, che garantiscono un alto contenuto di terpeni e cannabinoidi durante la produzione della resina. Per questo, la cannabis viene normalmente impiegata a scopo medico.

La ricerca ha finora individuato circa 113 fito-cannabinoidi e 120 terpeni; tuttavia, continuano gli studi per isolarli e identificarli.

Cannabis e dolore cronico

I cannabinoidi sono impiegati per attenuare il dolore cronico senza il rischio della depressione respiratoria, che potrebbe portare a un deficit di ossigenazione del sangue.

In più agiscono sul dolore neuropatico nella sclerosi multipla, su nausea e vomito causati dalla chemioterapia e infine stimolano l’appetito nelle persone che soffrono di anoressia nervosa, AIDS e forme tumorali.

L’impiego di cannabis per uso alimentare

La pianta di cannabis possiede omega 3 e omega 6 nei suoi semi, elementi fondamentali nella nostra alimentazione. Inoltre contengono otto amminoacidi che l’organismo non produce da sé, proteine, minerali e vitamine.

Dai semi di canapa è possibile estrarre l’olio, che è assai impiegato nell’alimentazione per il suo altissimo valore nutrizionale (diverso dall’olio di CBD).

Utilizzo del cannabis medicinale

Il CBD aiuta a rilassarsi

Il cannabidiolo (CBD) è il principale componente della cannabis legale e possiede vari benefici che sempre più studi tendono a confermare. A differenza dei consumatori di marijuana che ricercano altri effetti per la presenza di THC, i consumatori di cannabidiolo prediligono questa sostanza per curare l’ansia in modo naturale, ma anche per combattere lo stress e la depressione.

Questo è stato studiato recentemente da alcuni ricercatori dell’Università di Pullman a Washington ed è stato dimostrato su un campione di ben 1.400 persone affette da ansia, stress, panico e malcontento.

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Conclusioni

In conclusione, in questo articolo abbiamo illustrato le tre principali tipologie di piante cannabaceae (sativa, indica e ruderalis) e le loro principali caratteristiche e impieghi. Infine, si è visto come l’impiego della cannabis in vari ambiti abbia benefici che via via trovano conferma nella ricerca.

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